L’attenzione è ormai una delle valute più importanti. Non fraintendermi: non sto qui a tessere le lodi di un'utopia divenuta realtà in cui l'attenzione prende il posto del vile denaro e tutti viviamo felici e contenti. Tuttavia, nella nostra economia dell'informazione, è naturale che la nostra attenzione individuale si distingua come attore principale in ogni processo della nostra vita sociale e privata.
La lingua inglese inquadra chiaramente questo: you pay (paghi) attention (noi italiani siamo un po' più cauti e preferiamo semplicemente prestarla), you spend (spendi) tempo (abbiamo il superpotere di riaverlo indietro qui a The Land of Pasta, visto ci limitiamo a passarlo) . È fondamentale capire che questa analogia monetaria non è solo una metafora: la nostra attenzione è limitata, proprio come lo sono il nostro tempo e il nostro denaro. Ogni volta che decidiamo di spenderlo, ci priviamo di una parte della nostra quota giornaliera per ricevere un determinato compenso. Per ogni transazione - cambio di attenzione - che concludiamo, dobbiamo pagare una commissione: proprio come con un POS, dobbiamo pagare l'atto stesso del pagamento. E non è finita: più spendiamo della nostra riserva, più peggioreranno le nostre prestazioni attentive. Dobbiamo continuare a pagare anche quando finalmente siamo pienamente concentrati sul nostro compito; minori sono i nostri fondi, minore è il tasso al quale possiamo continuare a spenderli. La produzione diminuisce e con essa il profitto.
Il risultato di una cattiva allocazione delle risorse attenzionali è quindi una spesa consistente che porta a un reddito scarso, oltre a un deterioramento del benessere – o a un aumento del malessere. Sembra un accordo decisamente lose-lose.
La buona notizia è che le neuroscienze sono venute in nostro aiuto con alcuni suggerimenti semplici, ma non banali, per migliorare la gestione della nostra ritrovata valuta. Poiché siamo convinti che evitare le sciocchezze sia molto più efficace che inseguire l’intelligenza, abbiamo deciso di iniziare con tre errori da eliminare subito per una allocazione più funzionale dei nostri fondi neurochimici.
Errore n. 1: Multitasking e Task-Hopping
Tutti conosciamo la sensazione di efficienza, abilità e prestanza (e stanchezza, per i più onesti) che deriva dall'affrontare più problemi nella stessa unità di tempo. E-mail a cui rispondere, telefoni che squillano, messaggi da inviare, keynote da completare, report da rivedere, capi da ingraziare (lo so: il tuo è davvero il migliore). È un errore comune e comprensibile: se si fanno più cose, più compiti saranno svolti e la produttività aumenterà. Causa-effetto: elementare. Mi dispiace, non funziona così. Anzi, è proprio il contrario.
Come spiega magnificamente il neuroscienziato Daniel Levitin in The Organized Mind, il miglior rapporto spesa-ricavo arriva quando ci si attiene a un unico compito e si dedica ad esso tutta la nostra attenzione, fino al completamento. Vedi? Non è una questione di qualità, stiamo parlando proprio di mera quantità: vogliamo ridurre le commissioni di pagamento facendo il minor numero possibile di transazioni.
Ora, la nostra amica Organizzazione può darci una mano. Dobbiamo scandagliare e classificare le nostre attività quotidiane prima di iniziare a lavorarci, assegnandole a quattro categorie: fallo subito, fallo quando puoi, fallo quando preferisci, salta. È davvero sorprendente quanta pressione svanisca con la consapevolezza di star facendo la cosa più importante e urgente. La tua mente potrà finalmente esprimere al meglio le sue capacità di concentrazione e dedicarle completamente al compito da svolgere, che affronterai al massimo sia della tua efficienza che del tuo benessere (sempre che il concetto possa coabitare con il lavoro). Questo fondamentale riassetto della tua attenzione è ulteriormente rafforzato dalla conseguente eliminazione del dubbio. Forse dovrei prima fare quello, forse è meglio che prima risolva quell'altro... la pura e semplice eliminazione di questo cortocircuito mentale ti darà una spinta eccezionale, che ci porta al punto successivo.
Errore n. 2: Una Mente Disordinata
La concentrazione assoluta e focalizzata di cui abbiamo appena parlato è direttamente collegata alla quantità di pensieri nella tua mente. L’attenzione ha due direzioni: dentro e fuori. Pensare è infatti un'azione a tutti gli effetti e, come tale, richiede attenzione. Quando inizia a consumare troppa attenzione, il pensiero degenera nel suo gemello cattivo, l'Over Thinking, una delle piaghe più importanti del nostro tempo. E siamo al punto di partenza: l'attenzione esclusiva ad un compito e la frammentazione dell'attenzione si escludono a vicenda. E c'è un corollario: puoi o pensare o fare .
Abbiamo appena visto come classificare i tuoi compiti in base all'urgenza elimina un'importante classe di pensieri molesti. Dobbiamo espandere questo effetto per mettere a tacere altre classi di pensieri intrusivi. Ti sorprenderà notare quanto innocui e innocenti possano sembrare questii pensieri parassiti. Trovare le chiavi e il portafoglio, accedere al file necessario (sia fisicamente che digitalmente), ricordare una procedura, una password, una data, o ricordare dove hai annotato questo o quell'altro, tutto consuma le tue risorse attentive. Ogni volta che hai a che fare con questi problemi - sono problemi in tutto e per tutto per la tua mente, anche se suona esagerato - devi corrispondere la commissione di pagamento, per poi pagare (ma puoi pronunciare “sprecare”) ulteriore attenzione nella ricerca affannosa delle chiavi smarrite, e alla fine pagare un'altra commissione per tornare all'attività del momento. E adesso sei più stanco, stressato e hai anche perso tempo. Pressione e ansia aumentano, altri pensieri intrusivi reclamano la loro quota di attenzione (è una grande opportunità di business per loro) e il circolo vizioso continua.
La soluzione è piuttosto semplice: non usare il cervello per immagazzinare informazioni futili. La posizione di oggetti, documenti e/o strumenti di lavoro o altre questioni simili non meritano la tua attenzione. Mettere ordine al tuo spazio di lavoro e alla tua dà una grande sensazione di sollievo, perché è un modo per mettere in ordine anche la tua mente. Non stiamo parlando di una coazione all'ordine alla Sheldon Cooper: parliamo di un'autentica purificazione, di una sgravo dai pesi inutili. Giocheresti una partita di calcio con addosso uno zaino pieno di mattoncini? Allora perché dovresti lavorare con la mente piena di... beh, mattoni mentali?
Accessori come stazioni di ricarica multidispositivo, organizer da scrivania o portachiavi servono a questo: esternalizzare informazioni che non è necessario tenere a mente. Ancora una volta, la chiave è una mente libera dal disordine che interagisce con un ambiente privo di disordine.
Lo stesso vale, ovviamente, per le cose volatili: appunti, procedure e pratiche, password, date: esternalizzare. Calendari, app per appunti, servizi di mantenimento delle password: la tecnologia fa anche cose buone. Usiamole.
Errore n. 3: Non Fare Pause
L’attività mentale comporta un consumo di energia, esattamente come l’attività fisica. Alcuni di noi sono abituati a un'alternanza be studiata di riposo e sforzo nello sport: spingiamo progressivamente i nostri corpi al massimo, manteniamo la prestazione per un po' e facciamo una pausa, ripetendo il processo per l'intera sessione. È impossibile funzionare a pieno regime per sempre: la nostra energia chimica non funziona come un carburante, non può fluire a tutto gas fino all'esaurimento. Dobbiamo dare tempo al nostro corpo affinché possa raccogliere le energie rimanenti e prepararle per l'uso. Come con lo sport, così con la mente: il nostro cervello è un organo come tutti gli altri.
L'Organizzazione ci viene in aiuto ancora una volta: la miglior pratica è organizzare un'alternanza funzionale tra lavoro e riposo, sfruttando il risultato che possiamo ottenere da ogni sessione di picco con il numero di sessioni di picco che siamo in grado di completare. Dobbiamo bilanciare questi parametri per mapparci sulla massima prestazione.
Una tecnica molto utilizzata è il Pomodoro , che consiste nell'alternare 25 minuti di assoluta concentrazione con 5 minuti di totale svago. Una pausa di 15 minuti come ricompensa arriva dopo un ciclo di 2 ore. Puoi attuare questa tecnica con l'app timer sul tuo smart phone, ma esistono molte app progettate per automatizzare completamente il processo. La maggior parte di esse può persino disattivare le notifiche durante la fase di concentrazione. Soluzioni come questa hanno un effetto collaterale molto simpatico: non dovrai nemmeno preoccuparti di impostare il timer ad ogni sessione, poiché tutto sarà già impostato nell'app!
Hai colto la parolina magica? Esatto: esternalizzare!